Dopo due mesi e mezzo di incontri e consultazioni, con oltre duemila e cinquecento colleghi incontrati, più di 40 visite a dipartimenti e 150 proposte ricevute, il «Next Generation Unipd», il programma di Fabrizio Dughiero per l’Università di Padova, è stato presentato oggi al Polo Umanistico di via Beato Pellegrino. Dopo il lancio della candidatura dal Laboratorio di Elettrotermia, nel quale svolge abitualmente attività di ricerca, Dughiero ha voluto così rimarcare la centralità delle scienze umanistiche, accanto alle scienze STEM e alle scienze della vita, per il futuro dell’Ateneo. «Questo polo – ha commentato Dughiero – rappresenta la capacità del nostro Ateneo di rendere centrale e unico, in un mix di storia e modernità, ogni ambito del proprio agire. Attraverso la ricerca e la formazione, ma anche, come dimostra questo complesso, valorizzando il proprio patrimonio edilizio creando luoghi a misura d’uomo».
Il Next Generation Unipd, da oggi consultabile e scaricabile per intero sul sito internet www.fabriziodughiero.it e riassunto in un libretto interattivo, con QR code, che verrà diffuso nei prossimi incontri fisici, si compone di 53 punti, suddivisi in otto ambiti di sviluppo. Per ciascun punto sono poi esemplificate azioni concrete per le quali vengono indicate tempi di esecuzioni e step operativi. Una guida concreta per un programma di governo dell’Ateneo che tra il 2021 e il 2027 si propone di spingere l’Università di Padova ad ancor più alti livelli valorizzando il ruolo della ricerca e il ruolo dell’Ateneo nella società.
Ecco una sintesi estrema degli otto ambiti di sviluppo:
La ricerca al centro
Dobbiamo combattere la “solitudine” dei ricercatori nei confronti della burocrazia e fare in modo che possano trovare tempo di qualità da dedicare alla ricerca, a partire da quella di base. Creare lo spazio per la ricerca interdisciplinare individuando alcuni macrotemi sui quali far convergere ricercatori di discipline diverse. Intercettare i fondi Horizon Europe creando un presidio a Bruxelles, giocare un ruolo da protagonisti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Formare le nuove generazioni
È necessario innovare l’offerta formativa creando percorsi realmente interdisciplinari; attuare una didattica inclusiva e tecnologicamente aumentata (flipped classroom, active learning, MOOCs); realizzare spazi attrezzati per le associazioni studentesche; offrire formazione continua agli “alumni”; potenziare l’orientamento all’ingresso con particolare attenzione all’orientamento delle donne verso le materie STEM.
Terza e quarta missione
La collaborazione e l’interazione con il territorio è un’opportunità per incidere sulla costruzione del futuro attraverso la condivisione della conoscenza e delle tecnologie e del nostro prezioso patrimonio storico, artistico e culturale. La “quarta missione” dell’Ateneo è smettere di “subire” le logiche, spesso contingenti e di corta veduta, della politica, per assumere un ruolo di leadership: una comunità coinvolta nelle scelte che il nostro Paese dovrà affrontare per i prossimi vent’anni.
La nuova Città della salute
Il nuovo ospedale di San Lazzaro e un riqualificato Ospedale Giustinianeo, con la nuova Pediatria, devono dare vita a un polo dell’innovazione, dello sviluppo e del trasferimento tecnologico, con un ruolo paritetico rispetto alla Regione Veneto. Va creato un centro di ricerca clinica integrato, a partecipazione universitaria e ospedaliera. La Regione deve inoltre garantire le risorse finanziarie, di infrastrutture e di personale per la sede di Treviso.
Sostenibilità, inclusione sociale e welfare
È necessario costituire un gruppo di lavoro permanente sulla sostenibilità per proporre obiettivi di medio-lungo termine. Dall’idrogeno alle bioplastiche all’inclusione, l’Ateneo può diventare una palestra di nuove soluzioni. L’Ateneo è un luogo di inclusione e che promuove la parità di genere anche con azioni concrete. Rafforzare i progetti di sostegno a studenti e studentesse rifugiati. Offrire asili nido di «campus» e servizi di babysitting a chiamata. Creare una Club House per favorire il dialogo con la società civile.
Il nostro ruolo nel mondo
Favorire l’internazionalizzazione dal basso: ai ricercatori e docenti che si dedicano agli scambi internazionali va riconosciuto il tempo dedicato a tale attività. Aumentare il numero e la qualità degli studenti stranieri in ingresso, con azioni mirate verso i degree seeker. Premialità per Dipartimenti e Scuole che incrementano l’offerta di corsi in lingua e lingue veicolari. Ogni ospite si deve sentire a casa. Investire nell’housing per gli “ospiti” stranieri.
Costruire e rinnovare e rendere più vivibile la nostra casa
In questi anni si è dato più spazio alle nuove opere che all’efficientamento e al recupero dell’esistente: subito un piano per soddisfare le necessità di spazi, aule e laboratori, recuperando quelli abbandonati o sottoutilizzati. Re-immaginare l’utilizzo i nuovi spazi previsti nel piano di investimenti da 240 milioni di euro, in modo che siano flessibili e resilienti. Progettare con la città il riuso degli spazi che l’Ateneo libererà.
Governance, sburocratizzazione, digitalizzazione
Ripensare la governance e l’amministrazione all’insegna di condivisione, trasparenza, semplificazione e digitalizzazione. Potenziare il ruolo propositivo della Consulta dei direttori, ripensato lo statuto, maggiore condivisione nella redazione del Piano strategico di Ateneo, anche per quanto riguarda i punti budget per le risorse straordinarie. Formazione certificata e al passo con i tempi per i dipendenti e una piattaforma digitale gestionale fruibile moderna.
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