Il nostro ruolo nel mondo
Incentivare l’internazionalizzazione e aumentare l’attrattività
La vocazione dell’università è per definizione universale in quanto il sapere non ha confini. In questi ultimi anni le attività di internazionalizzazione hanno visto un aumento in quantità e qualità in due ambiti strategici per il nostro Ateneo: la didattica e lo sviluppo di relazioni.
Nel primo ambito l’aumento di insegnamenti e di interi corsi di studio in lingua veicolare (meglio sarebbe parlare di lingue veicolari, dal momento che nel nostro Ateneo esistono corsi anche in lingue diverse dall’inglese) ha portato ad un aumento dell’attrattività di studenti degree seeker con valori medi di iscritti internazionali pari al 33% medio annuo. Nel secondo ambito la creazione del Tavolo per l’Internazionalizzazione ha contribuito in modo efficiente a creare rapporti bilaterali con istituzioni straniere e partenariati all’interno di reti accademiche.
Notevole successo ha riscosso l’adesione alla rete ARQUS che ci vede partecipare ad una delle «European Universities», partenariati che rivestiranno un ruolo sempre più strategico nel futuro dell’internazionalizzazione in Europa. Le ragioni di tale importanza e ruolo strategico delle European universities sono chiaramente definite dagli obiettivi stessi della creazione della European Education Area:
The fast-changing labour market and societal transitions require higher education institutions to provide students, staff and researchers with the skills they need to navigate the twin green and digital transition and build a resilient society. Beyond their core tasks of teaching, research and innovation, universities are key actors in Europe, able to address big societal challenges, become true engines of development for cities and regions and promote civic engagement.
[…] This requires a much deeper level of cooperation between universities. With its European Universities initiative, the European Commission aims at fostering excellence, innovation and inclusion in higher education across Europe, accelerating the transformation of higher education institutions into the universities of the future with structural, systemic and sustainable impact.
In questo specifico ambito è ora necessario dare maggiore consistenza alle azioni in essere e implementarne di nuove per far diventare queste “alleanze” le università del futuro delle prossime generazioni europee. L’internazionalizzazione, pur rimanendo una strategia organica di Ateneo, deve soprattutto nascere dal basso, dai singoli ricercatori e docenti, cui occorre però dare adeguato supporto e riconoscere il tempo dedicato per raggiungere gli obiettivi.
Rendere disponibili percorsi formativi con un certo grado di internazionalizzazione a “studenti nazionali“ e a “studenti internazionali“ è un valore aggiunto strategico per l’Università la quale, attraverso accordi per esperienze di studio, tirocinio e ricerca all’estero, rende più attrattivi anche i nostri corsi di laurea, soprattutto magistrale e di dottorato. Nel contempo, occorre tendere ad incrementare gli studenti stranieri in ingresso, attraverso azioni mirate verso i degree seeker. È necessario personale dedicato che conosca profondamente i paesi verso i quali il nostro Ateneo vuole concentrare gli sforzi nei prossimi anni.
L’Incremento dell’offerta di corsi in lingua e lingue veicolari e degli accordi bilaterali per il riconoscimento del double/joint degree deve accompagnarsi ad adeguata premialità per i Dipartimenti e le Scuole che contribuiscano a consolidare questo risultato: le attività di questo tipo richiedono impegno e tempo e non possono, come spesso accade, essere richieste a costo zero. Inoltre, se in questi anni ci si è rivolti a creare, con un certo successo, rapporti e alleanze con università nelle posizioni nei ranking superiori alle nostre, nei prossimi anni dobbiamo anche riprendere con maggiore determinazione il rapporto con le università nei Paesi emergenti, in primis i paesi dell’Africa.
L’internazionalizzazione è poi veicolo di trasferimento tecnologico e culturale tanto verso le università di Paesi con i quali si creano alleanze quanto per le aziende e istituzioni del nostro territorio, le quali possono trovare in questi rapporti un ponte privilegiato per approdare con tecnologie, competenze, cultura, tradizione e arte in quasi tutti i paesi del mondo.
Tali attività, così come quelle individuate nell’ambito della didattica, ricerca, inclusione e welfare, non possono prescindere da una sburocratizzazione delle procedure, da un supporto concreto nelle azioni di ospitalità di studenti e docenti e da una assistenza e servizi di tutoring (anche di peer tutoring tra studenti) e supporto verso studentesse e studenti non meno che verso visiting professor.
La parola d’ordine è “programmazione di medio-lungo termine” in modo da rendere disponibili le risorse necessarie per l’accompagnamento alla vita nel nostro paese, e soprattutto alla possibilità di trovare alloggi disponibili per periodi più o meno estesi e a prezzi rapportati al costo della vita dei paesi di provenienza. L’housing per studenti, dottorandi, ricercatori e professori che provengono da paesi stranieri è condizione imprescindibile per una attività di internazionalizzazione che vuole crescere nei numeri coniugando efficacia e qualità.