
Sanità e salute
La nuova città della salute, una Boston a nordest
La nuova città della salute, una Boston a nordest: un progetto ambizioso che vuole fare diventare Padova un modello europeo di ricerca, innovazione e assistenza medica
La creazione del “nuovo ospedale” è una grande opportunità per la nostra università e per la nostra città. La progettazione e la realizzazione di quella che io chiamo città della salute saranno azioni che accompagneranno l’operato del nuovo rettore per tutti gli anni del suo mandato e che dovranno vedere l’università coinvolta in tutti gli ambiti a pieno titolo insieme agli altri attori principali, ovvero l’azienda ospedaliera, l’amministrazione comunale e l’amministrazione regionale.
Ricordiamo che la città della salute vedrà la costruzione del nuovo polo ospedaliero presso la zona Padova est-San Lazzaro e la riqualificazione del vecchio ospedale Giustinianeo nel centro della città. Presso il polo San Lazzaro verrà dato vita al nuovo ospedale con tutti i servizi d’avanguardia che devono essere inseriti in un ospedale avveniristico che sia allo stato dell’arte previsto e prevedibile per quando sarà completata la sua realizzazione. Insieme all’ospedale dovranno nascere strutture pubbliche dedicate alla ricerca, come la torre della ricerca che renderà disponibili circa 40.000 metri quadrati solo per questo scopo, servizi di ospitalità per pazienti e le loro famiglie, laboratori didattici per gli studenti del corso di medicina e per gli specializzandi e dottorandi. Ma sarebbe riduttivo pensare solo a queste funzioni perché la nuova città della salute dovrà fare riferimento e poter accedere alle nuove tecnologie disponibili per la salute del futuro. Ci riferiamo in particolar modo all’intelligenza artificiale ed alla bio informatica, che consentiranno di fare diagnosi assistite dai dati che verranno resi disponibili in rete da tutte le strutture sanitarie del mondo (si è già coniato il termine “Big Doctor” che si rifà al paradigma dei “big data” in ambito sanitario e che prevede l’uso di immagini diagnostiche di pazienti sottoposti ad esami di tutti i tipi in tutti gli ospedali del mondo), alla robotica per l’assistenza chirurgica e non solo, alle terapie personalizzate, alla telemedicina. Tutte innovazioni che hanno bisogno di una cultura scientifica ad ampio spettro e che possono essere create e sviluppate solo grazie alla collaborazione stretta di ricercatori provenienti da discipline diverse e che abbiano anche competenze diverse e complementari tra di loro, e tra questi e l’industria (biotecnologica, bioingegneria, IT etc…..). La città della salute è quindi il luogo ideale ed è il “pretesto” adatto per rendere reale uno dei primi progetti interdisciplinari di cui abbiamo trattato nella sezione ricerca. Questo progetto vedrà le scienze biomediche, mediche e del farmaco, la ricerca di base, la ricerca traslazionale e la ricerca clinica quali discipline di riferimento, ed al contempo necessiterà di approfondire tematiche legate alla digitalizzazione della sanità pubblica, alla sostenibilità ambientale, all’uso e recupero di materiali riciclabili, alla mobilità sostenibile, alle fonti energetiche rinnovabili. Tutti questi saranno filoni sui quali la nostra Università potrà dare un contributo importante rendendo la Città della Salute un vero e proprio sito sperimentale nel quale generare nuova proprietà intellettuale e nuove opportunità di sviluppo, anche in collaborazione con l’industria, nuova (spin-off -startup) ed esistente del settore.
Azioni
- Creazione di un tavolo articolato costituito da medici che coprono le discipline di base e le competenze cliniche, bioinformatici, bioingegneri, economisti, sociologi, pedagogisti etc., per l’ideazione e la realizzazione della nuova città della salute nelle sue componenti del polo di San Lazzaro e della riqulificazione del polo giustinianeo.
- Supporto al percorso di una eventuale creazione di IRCCS legati alle competenze specifiche della nostra università
- Partecipazione, in un’ottica di quarta missione, ai tavoli di lavoro istituzionali per la progettazione e realizzazione della nuova edilizia ospedaliera di Padova per la città della salute
- Ideazione e realizzazione di un programma di attrattività di capitali, multinazionali e talenti legati alla creazione della città della salute in tutta la sua complessità
Tempi:• Allargamento del tavolo universitario per lo sviluppo di idee relative al nuovo ospedale in zona San Lazzaro e nel vecchio polo Giustinianeo in relazione alla creazione di un polo di ricerca interdisciplinare: 06/2022
• Creazione di un dossier articolato per il riconoscimento di eccellenze nell’ottica della creazione degli IRCCS: 12/2022
• Realizzazione di un programma di investimenti e di attrazione di capitali e talenti: entro il 2024
L’altro polo nascerà nell’attuale area coperta dall’ospedale giustinianeo attraverso una riqualificazione urbanistica e la creazione di un complesso assistenziale e di ricerca clinica che, facendo riferimento alle grandi eccellenze presenti nel territorio padovano, sarà ad esse dedicato e tra queste particolare attenzione sarà riservata alla salute della donna e del bambino. Anche in questo caso l’università dovrà essere protagonista del progetto, contribuendo con proprie idee allo sviluppo dell’area, con una visione ampia e che guardi alla realizzazione di un polo di attrazione non solo per la ricerca, la sperimentazione clinica e l’innovazione tecnologica in ambito materno-infantile, ma anche per una serie di attività dedicate alla famiglia, alle mamme e ai bambini, con servizi per l’infanzia, lo sport, attività ludiche e di dopo scuola per intere famiglie. In questo modo non solo si darà un servizio essenziale e all’avanguardia dal punto di vista sanitario e della ricerca clinica, ma si porrà rimedio allo svuotamento dell’area proponendo e realizzando un nuovo spazio verde, all’aperto, dedicato al mondo materno-infantile, fruibile per la città essendo in una posizione baricentrica rispetto a tutti gli istituti universitari e strategica rispetto a tutti i servizi della città. Una realizzazione di questo tipo dovrà diventare punto di riferimento nazionale ed internazionale per la cura delle malattie del bambino e della mamma, oltre che riferimento cittadino per le famiglie, e potrà essere oggetto di riflessioni rispetto alla possibilità di divenire un IRCCS che si affianchi a quello previsto per l’area degenerativa e cancer. Questa opportunità va analizzata anche per altre specializzazioni del nostro Ateneo che vantano eccellenze a livello internazionale. Questo è un passo importante che porterebbe l’ospedale e la ricerca di eccellenza che lo accompagna ad essere sempre più riconosciuti a livello nazionale ed internazionale.
Lo sviluppo di questa progettualità nella sua interezza, dalla ideazione alla realizzazione della nuova città della salute potrà creare una potenzialità di crescita e di attrazione per talenti e multinazionali che operano nel settore della salute in tutti i suoi ambiti, creando le basi per trasformare Padova in una sorta di “Boston italiana”. Ricordiamo che Boston è una città di circa 650.000 abitanti, ovvero di dimensioni comparabili con la città di Padova se intesa insieme alla sua cintura extraurbana. Ma Boston ha nel suo territorio le università più famose del mondo, come Harvard e il MIT, e soprattutto ha dato vita al più attivo polo di ricerca nel campo biomedico e farmaceutico del mondo. Padova, con le sue competenze ed eccellenze in questo settore, ha tutte le carte in regola per replicare a livello europeo un polo siffatto, anche e soprattutto grazie a questo nuovo progetto. Esistono già delle azioni verso la creazione di un ponte tra Boston e Padova, peraltro già esistente una decina di anni fa attraverso un rapporto di scambio tra la Boston University e la nostra università, come pure esistono moltissimi ricercatori che dall’Italia hanno vissuto la loro carriera lavorativa in quella città ed è quindi più facile creare dei rapporti tra questi due territori che hanno molte cose in comune. Dobbiamo pensare e progettare in grande per far diventare la città della salute uno dei motivi per i quali i giovani talenti sceglieranno la nostra città per la loro carriera lavorativa.