Sostenibilità, welfare e inclusione

Sostenibilità, inclusione sociale e welfare

Un'Università giusta per un futuro a misura dei giovani


È fondamentale proseguire con le attività già poste in essere dal nostro Ateneo negli scorsi anni, traducendo però con maggiore forza le politiche in azioni concrete. Bilancio di genere, Rapporto di sostenibilità, Università Inclusiva sono alcune azioni che hanno avuto la forza e la capacità di far emergere le problematiche e di creare la consapevolezza dell’esistenza di criticità da affrontare nel nostro Ateneo.

Al di là del Rapporto di sostenibilità che mette in evidenza numeri e risultati raggiunti anno dopo anno, si vede la necessità di dar vita a un gruppo di lavoro permanente sulla sostenibilità, che in collaborazione con la governance definisca chiari obiettivi di medio-lungo termine e le azioni indispensabili a realizzarli. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale l’Ateneo può diventare un grande laboratorio di sperimentazione dove poter coinvolgere tutte le componenti della nostra Università, a partire dalle studentesse e dagli studenti, anche attraverso loro associazioni, i centri di ricerca che si occupano del tema, i corsi di studio e di dottorato chiamati a contribuire non solo alla formazione degli studenti, ma anche a creare cittadini consapevoli.

Uso di fonti rinnovabili, efficienza energetica, sperimentazione sull’impiego dell’idrogeno, mobilità elettrica e condivisa, intelligenza artificiale al fine di rendere più vivibili e meno energivori i luoghi della nostra Università, riduzione dello spreco di acqua e promozione dell’uso di bioplastiche sono solo alcuni esempi di come il nostro Ateneo possa diventare un vero Laboratorio in questo senso.

D’altro canto i temi dell’ambiente e della sostenibilità ben si prestano a quella contaminazione dei saperi e delle culture di cui abbiamo ragionato nelle pagine dedicate alla didattica e alla ricerca che qui riprendo ponendo in evidenza come si debba dare vita a meccanismi di consapevolezza della dimensione «sostenibilità» in tutti i corsi, attraverso anche l’istituzione di «minor», ovvero corsi a scelta.

La sostenibilità sociale può invece essere interpretata e sviluppata nella parola inclusione. Inclusione non vuol dire solo l’accettazione e valorizzazione di qualsiasi diversità. L’inclusione comporta un cambiamento di prospettiva: progettare e agire all’interno di un sistema che sia in grado di offrire a tutte e tutti la possibilità di raggiungere gli obiettivi per cui è stato pensato. L’inclusione deve essere interpretata come una grande opportunità per ripensare tutti gli aspetti fondamentali delle attività e delle finalità di un Ateneo: la ricerca, che in ambiti molto diversi tra loro, può contribuire a sviluppare nuove soluzioni inclusive; la didattica, per la quale diventa stimolo a ripensare le metodologie e gli strumenti a supporto dell’apprendimento; la Terza Missione, perché spesso la nostra Università propone e produce azioni che possono diventare buone pratiche  anche per la società.

Infine lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale richiamano, o meglio derivano dal più generale ambito dei  I progetti di sostegno agli studenti e studentesse rifugiati vanno promossi e rafforzati al fine di sensibilizzare non solo gli studenti e il personale tutto, ma anche il mondo esterno all’università. Questo esito si può conseguire più agevolmente se studentesse e studenti, personale docente e personale tecnico e amministrativo sanno di vivere in un ambiente che lascia lo spazio anche alle altre dimensioni della vita, oltre il lavoro. Per studentesse e studenti è necessario pensare a luoghi di frequentazione e di relazioni sociali, al di fuori delle aule dove si svolgono le lezioni, che siano moderni e accoglienti e consentano anche attività di gruppo. Dare l’opportunità di sperimentare attività diverse oltre allo studio riconoscendo crediti formativi per l’impegno sullo sviluppo della creatività come ad esempio attività teatrali, per lo sport e il volontariato anche in aiuto degli studenti più deboli attraverso un’attività di peer tutoring.

Avendo cura di garantire il benessere di ciascun individuo nel proprio ambiente di lavoro è opportuno porre attenzione in modo particolare a chi deve conciliare il lavoro con gli impegni e i ritmi di una famiglia, soprattutto in presenza di bambini in età prescolare o di persone malate e/o anziane che necessitano di assistenza.  È necessario offrire servizi di asili nido (un solo asilo nido dopo più di quindici anni non può essere la soluzione) di «campus» e servizi di babysitting a chiamata, gestiti magari da nostre studentesse e studenti, opportunamente formati, sfruttare quando possibile il lavoro agile, dare l’opportunità di poter usufruire di centri e campi estivi, offrire al di là di quanto già previsto dalla legge, servizi di assistenza e congedi. Dobbiamo pensare ad una serie di politiche e azioni di supporto in modo tale che la genitorialità non diventi un ostacolo negli avanzamenti di carriera, basti pensare ai periodi di aspettativa e di congedi di maternità e paternità che possono portare a ritardi nello sviluppo della produzione scientifica. Attualmente non esiste un luogo di ritrovo, una Club House dove portare a cena un collega straniero che arriva a Padova, con la propria famiglia per incontrare le famiglie dei colleghi, un luogo ove si possa dare spazio ad attività culturali e di intrattenimento. Questo luogo potrebbe essere connesso alle iniziative dell’associazione degli Alumni, non essere aperto solamente alla comunità accademica di modo che pure esso, anche in quanto informale, possa favorire il dialogo con la società civile, il mondo dell’impresa, della scuola, della cultura.